Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai tra le solite discussioni con amici puttanieri in giro per il mondo… E quando parliamo della Terra del Sorriso salta spesso fuori questo dubbio: “Esiste il FREE in Thailandia?”, laddove con “FREE” in questo caso s’intende “sesso senza dover dare del denaro in cambio alla donzella come solitamente accade per le mestieranti più o meno abituali con le quali abbiamo a che fare”.

Dunque, premesso che il Free in generale esiste ma nella maggior parte dei casi ha un costo in tempo anziché in denaro, dobbiamo considerare che il tempo è denaro e che in genere per portarti una a letto te la devi quantomeno “lavorare” un po’ e investirci del tempo (parlo da ultraquarantenne che predilige donne/ragazze più giovani perché se parliamo di coetanee, così come ad esempio venti anni fa capitava spesso che fossi io stesso l’oggetto del desiderio di qualcuna, ancora oggi non trovo particolari difficoltà con quelle della mia età, ma qui si parla di uomini non giovani che vogliono divertirsi con ragazze ventenni e giovani donne in generale) dunque, escludendo i giovani piacioni, a conti fatti rientrerebbero nel FREE solamente le scopate random nel cesso di una discoteca o cose del genere che raramente capitano e sono l’eccezione.

Volendo essere un pochino più di manica larga invece potremmo aggiungere quei casi in cui si passa una serata o più di una più o meno per caso in un certo arco di tempo più o meno breve insieme a una donna che a prescindere da cosa fa solitamente per vivere non menziona mai una richiesta di denaro per il tempo che trascorriamo in sua compagnia e non chiede niente in cambio, poi magari capita che dopo un’allegra serata trascorsa insieme, complice un po’ di alcol nelle vene e/o il mood giusto nell’aria, essendo lei non molto più giovane di te ed essendo tu una piacevole compagnia oltre a risultare agli occhi di lei anche un uomo non proprio da buttare, a lei venga voglia di concludere la notte insieme e si finisca ad accoppiarsi come lupi in calore fino al giorno seguente, senza che nessuno abbia mai menzionato alcuna tariffa o concordato un prezzo o accennato a regali o favori o quant’altro.
A questo punto per il puttaniere d’esperienza diventa un fatto di principio.
Se una situazione del genere accadesse in un altro paese, ad esempio in Italia, nessuno si sentirebbe in dovere di infilare dei soldi nella borsetta di lei, anzi, verrebbe visto quasi sicuramente come un insulto direi.

Ma in Thailandia no.

Ti senti quasi in dovere di mettere delle banconote in tasca alla donzella anche se sai per certo che è stata bene quanto te in tua compagnia e non è solo lei che ha fatto divertire te, ma vi siete divertiti insieme, avete goduto insieme, c’è stata dell’alchimia, un’attrazione reciproca e la voglia di condividere un’esperienza. Non so se mi spiego, ma presumo sia capitato a chiunque di percepire che in un certo momento l’altra persona vuole quello che vuoi tu, non servono parole, è una coincidenza di sensazioni ed emozioni che portano ad una conclusione spontanea e alla fine ti ritrovi a dormire abbracciato con una della quale non sai praticamente niente ma sai che è stato bello e sai che anche lei aveva la tua stessa voglia di farsi del bene a vicenda.

Di fatto finché non infili quelle banconote di tua sponte nella sua borsetta, mentre è in bagno a lavarsi o mentre sta ancora dormendo nel tuo letto, si potrebbe parlare senza dubbio di FREE, eppure la concezione del fatto che tale opzione in Thailandia non esista ti porta a dare a lei dei soldi nonostante tutto. Quantomeno è un po’ strano, e se ci pensi bene ha poco senso.

Allora perché le dai del denaro?

Il punto è che, abituati a frequentare donne che in un modo o nell’altro offrono servizi sessuali in cambio di denaro o lavorano comunque nel mondo dell’intrattenimento per soli uomini (o come si suol dire “per adulti”, anche se non è il termine più adatto in questo caso), probabilmente siamo portati a sentire il dovere di dare qualcosa in cambio anche se la cosa è stata soddisfacente per entrambi. Questo però non è esclusivamente un comportamento da puttanieri. Se ci pensiamo anche chi è fidanzato o sposato spesso si sente in “dovere” di fare regali alla propria partner o sente di non poter dire di no a una di lei richiesta fatta dopo una scopata memorabile pur sapendo che anche lei è stata bene e desiderava la stessa cosa nello stesso momento.

Ora con questo non voglio dire che sia un fatto comune o accada ogni giorno che una “pseudo sex worker” desideri trascorrere il suo tempo libero con te solo perché le piaci, anzi, sono puttaniere convinto da ormai troppo tempo e quando ho voglia di benessere sessuale fine a se stesso preferisco pagare per quel che voglio da chi lo offre (e chi mi conosce o mi ha incontrato personalmente sia nei Trombodromi europei tipo Sauna Club FKK o in giro per la Thailandia può tranquillamente confermarlo). Personalmente non ho più la voglia di perdere tempo a instaurare relazioni fittizie con il solo fine di portarmi una a letto (che poi è ciò che accade quasi sempre in un rapporto uomo-donna finché non subentra l’affetto e l’abitudine con il conseguente bisogno di avere l’altra persona accanto, ma questa si chiama dipendenza e solitamente affligge chi non sa vivere da solo, ma questa è un’altra storia…); penso che il cosiddetto FREE come anche le relazioni a lungo termine) sia sopravvalutato e spesso porti con sé più effetti collaterali negativi piuttosto che vantaggi.
Però se capita, capita.

Personalmente, parlando di Thailandia, mi è successo due volte.
La prima a fine febbraio 2020: Lei una tipa incontrata al Hillary (una sorta di disco-bar con musica dal vivo) in soi 4 insieme a due amiche verso le 2 di notte quando ero in compagnia di un viaggiatore con il quale quella sera avevo fatto il giro di alcuni Go Go Bar di Nana Plaza per poi finire li a bere ancora un po’. Ad un certo punto troviamo queste tre birbe allegre che stanno andando a fare After in un “undeground club” e dopo aver chiesto il permesso ci infiliamo nel taxi insieme a loro, un po’ accalcati ma essendo tutti e cinque di magre sembianze ci entriamo senza problemi, poi arriviamo a questo localino nascosto dove restiamo a divertirci con le tipe fin quasi all’alba. Nel frattempo ballando e ridendo si crea una certa alchimia con questa tipa e quando scopro che ha solo tre anni meno di me stento a crederci, il resto probabilmente lo fa l’alcol che avevo in corpo e mi sembra una gran figa. Sono allegro ma non sfatto, anzi , sono arrivato in Thai dal freddo inverno Italico e mi sento carico come non mai, tanto che mi scateno con lei a ballare tra una birretta e l’altra per almeno un paio d’ore e la cosa si fa sempre più intrigante fino a che praticamente siamo ai preliminari ancor prima di uscire dal locale intanto che il mio amico e le altre tipe cazzeggiano mezzi ubriachi li accanto. A quel punto decidiamo che sia il caso di mollare le birre e uscire da lì; l’amico viaggiatore che ha un appartamento in un’altra zona della città se ne va per la sua strada ed io torno in taxi al mio hotel con lei quando il sole inizia a illuminare di nuovo le strade. Ci fermiamo a prendere due robe da mangiare lì in soi 8 e poi via su in camera. Ho fame anch’io, buttiamo giù due schifezze accompagnate da un po’ d’acqua al posto della birra, il tutto condito da effusioni più o meno sconce, poi una doccia insieme per togliersi il sudore dalla pelle e senza soluzione di continuità ci spostiamo sul letto dove succede di tutto ed è tutto molto bello. Tra l’altro senza pensarci troppo per via del momento e dell’alcol che ancora circolava in corpo lo facciamo senza protezione, non ci ho pensato nemmeno per un momento e lei nemmeno. Ci addormentiamo poi li sul letto con le lenzuola tempestate da fluidi corporei di ogni genere aggrovigliati uno all’altra senza nemmeno passare in bagno a darci una ripulita. La pace totale, la situazione perfetta. Al mio risveglio lei dorme ancora con la testa affondata sul cuscino, sguscio via con delicatezza e vado in balcone a fumare lasciandola li a riposare ancora un po’. A quel punto ripenso a tutto e mi rendo conto che forse potevo evitare di inforcare una tipa random così “a pelle”, ma ormai è fatta, ed è stato bellissimo; ci penserò quando torno a casa. Torno dentro, lei dorme ancora, vado in doccia, si sveglia, io esco ancora gocciolante dal bagno con l’asciugamano in vita, lei si alza e con gli occhi ancora mezzi chiusi mi da un bacetto a stampo sulle labbra oltre al buongiorno con un bel sorriso stampato in faccia, mi sdraio rilassato sul letto e lei scompare in bagno per un po’. Quando esce mi raggiunge di nuovo tutta nuda, è un bel vedere nonostante abbia quasi la mia età e non sia certo “di primo pelo” come si suol dire. Si adagia di fianco accanto a me e di nuovo cerca il contatto fisico, prima con degli innocui bacetti, poi accarezzandomi il petto, poi con una gamba sulle mie, toglie l’asciugamano che mi copriva le parti intime e alla fine me la ritrovo sdraiata addosso e non resisto, stavolta però lascio condurre a lei e quando poi se lo infila dentro iniziando a cavalcarmi non ci capisco più niente e mi godo il momento per quello che è. Lei fa lo stesso. Un paio d’ore più tardi esco di nuovo dalla doccia ma stavolta mi vesto e lascio il posto in bagno a lei che stremata e soddisfatta scompare di nuovo col sorriso sulle labbra andando a darsi una rinfrescata. Nel frattempo penso se sia il caso o meno di darle qualcosa, perché andando in taxi verso il club ho saputo che lei lavora solitamente in un GoGo di Nana Plaza e nonostante non abbiamo mai parlato di denaro o compensi et similia mi sento quasi in dovere di lasciarle un cosiddetto “Regalino” per il bel tempo che mi ha fatto passare. Ci rimugino un po’ e poi prendo 3 banconote da mille Baht e le infilo nella sua borsetta lasciata li sul tavolo tra le vaschette con gli avanzi di cibo Thai dal nome per me impronunciabile. Quando torna in stanza le dico che poco dopo ho un impegno e che non posso stare ancora con lei ma che possiamo risentirci in serata magari, allora ci scambiamo i numeri come da copione e quando prende il telefono nella borsetta si accorge dei 3000 Baht. Li prende e me li porge con aria decisa dicendo che non è necessario perché è stata bene in mia compagnia e che nonostante faccia quello di lavoro non vuole che mi consideri un cliente. La ringrazio per le belle parole e le dico che anch’io sono stato benissimo ma insisto affinché li accetti: “Ti pago il taxi per le prossime volte” le dico sapendo bene che non è quello il punto. Mi ringrazia e intanto che mi sbaciucchia mi segno il suo numero sul telefono, poi l’accompagno giù in strada e ci dividiamo all’incrocio sulla Sukhumvit, lei prende un taxi ed io vado a fare colazione da solo perché dopotutto so già che probabilmente non la richiamerò e per quanto sia stata una bella esperienza a 360 gradi con una persona piacevole resta il fatto che se volessi una della mia età senza voler cercarne altre o cambiarne una al giorno a quest’ora sarei sposato da vent’anni, anche perché senza girarci troppo intorno sappiamo bene che se il 50% della voglia di stare in Thailandia riguarda il Clima e il Basso costo della vita e il Buon cibo e la Cultura locale, ma l’altro 50% è dovuto alla facilità di trovare una tipa disponibile e alla quantità di pseudo meretrici e centri massaggi particolari e locali e postriboli e giovani donne a disposizione anche per un ultraquarantenne in questa parte di mondo.

La seconda risale alla fine di Agosto 2022: Una sera con gli amici residenti in Bangkok e altri viaggiatori di passaggio siamo andati al Victoria, un Pool Bar nella famigerata soi 7/1, nota viuzza piena di postriboli di vario genere, per lo più Pump Station e Bordellini vestiti da Massaggerie. Arrivati sul posto, dopo una cena in soi 8 e svariati giri di bevute in soi Cowboy, faccio la conoscenza di una tipa già nota ai ragazzi e goliardicamente soprannominata “Smutandata” poiché a quanto pare non indossa mai l’intimo sotto la gonna, insieme a lei c’è una sua amica e collega di nome On, più tranquilla ma comunque socievole, vestita con un certo stile seppur non elegante e con un’espressione tra il serio e il divertito quando interagisce con le persone, ma più di questo ciò che mi intriga sono i suoi occhietti da gatta, mi sembra una che sa il fatto suo, diciamo. A fine serata quando gli altri si sono sparpagliati e ritirati mi trovo da solo con le due signorine, la smutandata piuttosto ubriachella ma sempre allegra e On che tiene botta senza problemi, ed è con loro due che passo le ore successive seduto al tavolino di un chiosco della loro amica trans sul marciapiede lungo la Sukhumvit tra soi 11 e soi 13, ridendo e scherzando a cazzeggiare tutta la notte. Nei giorni successivi l’ho incontrata un paio di volte li al Victoria, la sera prima della mia partenza per Pattaya sono li al bar con lei e la sua amica molto sobrie, anche perché il giorno dopo la smutandata deve partire per Koh Samui quindi a chiusura saluta e se ne va. Resto solo con On e mi chiede se voglio farle compagnia al chiosco dell’altra volta; accetto. Mi chiede se ho fame, le dico di si e provvede a prendermi lei del cibo alle bancarelle li intorno, il cibo li costa quasi niente quindi lascio fare a lei, poi offrirò io le birre ovviamente, ma dopo aver mangiato a sazietà continuando a punzecchiarci con battutine botta e risposta senza fine inizia a piovere, lei ha un ombrello e io no, quindi si offre gentilmente di accompagnarmi al mio Hotel in soi 8: “Tanto non ti trombo, sappilo.” le dico, “Devo solo pisciare e poi torno a casa.”, ribatte lei. Camminiamo fino in hotel abbracciati, più che altro perché il suo ombrello è minuscolo, e lei dice che è romantico camminare così sotto la pioggia, io rido. Arrivati al HopeLand Hotel la osservo intanto che l’ascensore sale e penso che al contrario delle sbarbine che di solito mi porto dietro di ritorno dai GoGo, lei è anche vestita con un certo gusto, si vede che non è una ragazzetta, anche se con quel cappellino in testa e i suoi occhi svegli e furbi è davvero caruccia. Le indico il bagno e faccio partire la musica giusto per fare atmosfera, quando esce mi offre una sigaretta in balcone, parliamo tranquilli dei cavoli della sua amica e del perché deve andare a Samui, ma a parte il gossip fine a se stesso mi trovo a pensare che sia molto piacevole trascorrere il tempo con lei senza far niente, poi mi ricordo che l’indomani a mezzogiorno dovrò essere sul bus diretto a Pattaya e decido che è giunta l’ora di andare a dormire dunque la riaccompagno giù; in ascensore però si appoggia delicatamente con il petto sul mio fissandomi negli occhi, ci baciamo, un bacio che oserei dire quasi “troppo casto per una notte a Bangkok”, infine l’accompagno fuori e se ne va camminando sotto la pioggerella col suo ombrellino… Il Sabato successivo al mio ritorno da Pattaya torno di nuovo al Victoria insieme a un po’ di viaggiatori e vedo On che gironzola dal lato opposto a dove siamo noi, lei stavolta non mi nota ed io non ho voglia di andare a salutarla, poi scompare alla vista. Poco più tardi decidiamo di andare al Penny Black, un Bar con Disco annessa al piano superiore in soi Cowboy e lungo la strada passando davanti al solito chiosco dell’amica incrocio On che mi chiama invitandomi a farle compagnia, apprezzo la vivacità ma visto che non mi va di lasciare gli altri e che non sono mai stato al Penny Black, declino l’offerta e proseguo per la mia strada, poi però al Penny resisto una quindicina di minuti perché il posto è sovraffollato, le luci sparate negli occhi per via del soffitto molto basso e la musica è troppo alta (avessi avuto 20 anni di meno forse avrei apprezzato, ma non vado più in certi posti e c’è un motivo), al che saluto gli altri e torno sui miei passi per raggiungere la mia amica e vedere che succede. Ne approfitto per fare il paraculo dicendole che ho cambiato idea perché preferisco stare con lei, cosa che sembra apprezzare, tant’è che mi ringrazia con un bacio, poi visto che la vedo comunque attiva e vivace le dico che non mi va molto di stare li seduto tutta la notte e lei dice: “Ok andiamo dove vuoi”. Non le propongo di venire in Hotel, sarebbe come chiederle quanto vuole e non mi va; voglio vedere dove vuole andare a parare considerando che l’ultima volta “voleva solo pisciare”. Ci incamminiamo sulla via principale passeggiando tra le bancarelle e le sedie sul marciapiede che ospitano tra un chiosco e l’altro i reduci dei GoGo Bar ormai chiusi, poi visto che effettivamente non ho voglia di camminare domando se le va bene andare in Hotel da me a bere qualcosa e rilassarci in balcone e lei dice ok, al che per vedere la sua reazione aggiungo: “Ok ma comunque non scopiamo.”, quindi si ferma un attimo, mi fissa dritto in faccia e sorridendo dice: “I like you.” poi mi schiocca un bacetto sulle labbra e mi si appiccica a un fianco mentre riprendiamo a camminare. Ripenso a una cosa che mi aveva detto la sua amica la prima sera “A lei non piace molto essere toccata”, riferendosi al fatto che i clienti del bar allungavano le mani con lei che stava al gioco (cosa piuttosto normale se lavori in un bar notturno di Bangkok e vai in giro senza mutande), mentre On al contrario manteneva una certa distanza cercando di mantenere al minimo i contatti non desiderati, cosa che avevo notato perché non capita spesso in certi contesti e mi era sembrata strana anche se pensavo più che avesse la luna storta in quel giorno e basta, ma a quanto pare è una sua caratteristica. Arrivati in stanza le dico che può prendere quel che vuole dal frigo se ha sete e scappo in bagno perché devo assolutamente pisciare prima di ogni altra cosa. Torno di là e la trovo a sorseggiare una Coca Cola, io stappo una delle due Asahi e mi sposto in balcone con lei al seguito, li fuori fa sempre caldo nonostante l’aria condizionata accesa in camera, mi tolgo la maglia mimando uno spogliarello e poi la lancio sul letto; lei ride divertita, scambiamo due battute e poi in un momento di silenzio con il sottofondo della città che anche di notte non dorme mai, aprendo due bottoni della camicetta che indossa dice: “Ho caldo anch’io…”, poi accarezzandomi distrattamente con una mano sul fianco prosegue: “Mi aiuti a toglierla?”. A quel punto posso solo stare al gioco e invocando tutto l’autocontrollo di cui dispongo riesco ad aprire i bottoni rimanenti e sfilare la camicetta dal suo corpicino mettendo in mostra un reggiseno di Victoria’s Secrets che copre un seno tutto sommato piccolo ma in linea con il suo fisico minuto; poi come se niente fosse mi accendo un’altra marlboro e ne offro una a lei visto che tra l’altro fumiamo la stessa marca. Anche lei fa la vaga per un po’, le dico solo che mi piace il suo stile e anche il reggiseno che indossa, ma non accenno a sfiorarla, ormai voglio vedere cosa si inventa, e non devo attendere molto perché mentre siamo li a fare nuvole di fumo appoggiati al parapetto sento la sua mano che mi sfiora lungo il bordo dei pantaloni per poi soffermarsi al centro dove sono abbottonati, con una certa agilità li apre e con la punta delle dita sfiora mi sfiora delicatamente il pene che vista la situazione si sente tirato in causa e scatta sull’attenti; a quel punto l’intento è chiaro e mi volto verso di lei sorridendo “Ti avevo detto che non volevo scopare con te…” – “Ah davvero?” ribatte lei fissandomi negli occhi mentre continua ad accarezzarmi la sotto – “Si, ma era una bugia”. Da lì al ritrovarsi sul letto nudi a fare di tutto il passo è stato breve. Quel che mi è piaciuto di lei, oltre a un bel corpicino mignon come piace a me e al fatto che dimostra almeno dieci anni di meno nonostante sia più grande è la sua immensa dolcezza, e non intendo dire che sia stato romantico o cose del genere, anzi non mi sarei aspettato una tale estrosità nel sesso da parte sua visto il comportamento fino a quel momento, ma mi riferisco al suo modo di fare, l’espressione beata del suo viso subito dopo, completamente rilassata e quasi in cerca di coccole a tutti i costi, e poi il modo in cui è arrivata a farmi fare il secondo giro di giostra atteggiandosi a gattina che invece di graffiare fa le fusa, e come si è addormentata poi abbracciandomi come un peluche, insomma nonostante sia più grande di me era come stare con una ragazzina bisognosa d’affetto, non saprei spiegarlo meglio a parole ma la sensazione era quella. La mattina verso le dieci apro gli occhi e sento il rumore della doccia in bagno, la porta socchiusa, mi affaccio, lei è di spalle, busso per non farle prendere un infarto, si volta, fa la linguaccia e ride sotto l’acqua. La doccia è grande e ne approfitto per farle compagnia, ci laviamo a vicenda giocherellando ma il soldatino scatta di nuovo sull’attenti e visto che lei sembra gradire mi accosto, la alzo un po’ di peso tenendola dalle chiappe e lei si tiene su avvinghiata come un koala con braccia intorno al mio collo, il resto è immaginabile, stranamente piuttosto breve in verità, perché sia lei che il contesto erano molto eccitanti, ma molto intenso. (Ci tengo a precisare che di solito uso il preservativo, ma in questo caso come nel precedente e in una manciata di altre occasioni in 20 anni di “puttanesimo” è andata così per un motivo o per l’altro, una volta perché ero poco lucido, un’altra perché si è rotto il preservativo, un’altra ancora perché non ho resistito e almeno un paio perché si vive una volta sola e la vita è breve quindi non ho voluto privarmi di tale libertà, e questa era una di quelle volte). Comunque, in breve, a mezzogiorno deve andare e mentre lei è in bagno a sistemarsi i capelli allo specchio io prendo i 3000 Baht standard per queste occasioni e me li metto nella tasca dei pantaloni, poi mi offro di accompagnarla almeno giù in strada anche se uscirò più tardi. Di soldi non ne parla, non un accenno, me la stringo forte, la ringrazio per la bella nottata, ci baciamo un’ultima volta e usciamo dalla camera. In ascensore non una parola, solo un vago sorrisetto stampato in faccia, anche la stanchezza fa la sua parte dopotutto. Arriviamo fuori, nessun accenno a denaro o regalini o pagamenti di alcun genere. Sulla via li davanti l’hotel la saluto, un bacio sulla guancia e poi abbracciandola le infilo le banconote ripiegate nella tasca di dietro dei pantaloni,  e “Ciao, ci vediamo”, lei ovviamente se ne accorge, “Thank you, bye bye” dice, non guarda nemmeno cosa le ho messo in tasca anche se naturalmente se lo immagina, fa la sua solita linguaccia e voltandosi se ne va per la sua strada. La sera verso mezzanotte mi manda un messaggio ma ero già in compagnia della tipina del Rainbow conosciuta la sera precedente prima di andare al Victoria Bar, poi non l’ho più vista né sentita.

Concludendo, al netto delle mie esperienze personali penso che il cosiddetto FREE esista anche in Thailandia, ma qui come in ogni altra parte del mondo richiede una certa dose e combinazione di Tempo/Fortuna/Esperienza/Coincidenze e naturalmente una spolverata di Savoir-faire e Realismo, oltre che magari un aspetto quantomeno decente. Ma non pretendo di avere la verità assoluta in tasca e il mondo è bello perché è vario, o almeno così dicono.

Il vostro amichevole Redattore di quartiere vi saluta in attesa della stagione calda che tarda ad arrivare qui nello stivale e vi augura come sempre buon viaggio e tante belle esperienze, perché dopotutto si vive una volta sola, non vale la pena sprecare troppo tempo e pensare alle cose, è meglio farle.

Ciaociao FaveLibere!

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